i FLOPPY del PC128S … nulla si perde, nulla si distrugge …

un floppy della KAO – MF2HD del 1986

Chi come me ha conservato dei ricordi, nelle note, dei documenti o dei programmi e si trova con dei floppy vecchi di 30 anni in quste condizioni potrebbe disperare. Invece siamo riusciti a mettere a punto una procedura per il recupero ed il rispistino dei dati che riesce nel 99% dei casi. Sono rimasto sbalordito dalla longevità dei dati che hanno resistito al tempo ed alle condizioni fisiche di conservazione del supporto magnetico.

Mi torna in mente un articolo di RetroMagazine n.17,

Purtroppo le proprietà magnetiche di un disco si
affievoliscono nel tempo, i segnali diventano deboli e
la loro lettura inevitabilmente diventa più difficile. Col
passare del tempo, quindi, la lettura risulta incostante
finché i dati non possono essere più recuperati se non
parzialmente e con apparecchiature hardware molto
costose: superato questo punto di non ritorno il
decadimento si conclude con la perdita completa dei
dati. Tutto questo accade quando le celle dei bit, che
perdono lentamente la loro polarità e le loro
transizioni di flusso, non vengono più rilevate o
rilevate erroneamente. Questo fenomeno chiamato Bit
rot può essere causato sia da origini ambientali,
naturali o semplicemente dalla corrosione magnetica
del materiale del supporto. Alcune stime indicano che
la durata dei floppy disk è compresa tra 10 e 30 anni
anche se in realtà nessuno sa di preciso quanto
possano durare ancora i floppy disk. Non esiste una
scadenza: tra le tante variabili ci sono la qualità del
supporto, l’utilizzo, il metodo di conservazione, i
fattori ambientali, i repentini sbalzi di temperatura e di
umidità, le muffe e infine il deterioramento del
supporto stesso. Tutti questi fattori possono
concorrere a consegnare irrimediabilmente i dati
contenuti nei dischi ad un destino fatale. Certamente
non furono progettati per durare così a lungo, e credo
che all’epoca nessuno avesse preso in considerazione
l’idea che venissero ancora utilizzati dopo oltre 30
anni. Nella pratica dell’attività di chi trasferisce su file i
dischetti (dumping) ancora molti floppy riescono ad
essere letti ma il margine di sicurezza è comunque
ampiamente superato ed è palese che non ci sia più
molto tempo per rimandare la loro preservazione: tutti
dovrebbero trasferire i dati dei loro floppy il prima
possibile. Il decadimento dei supporti, il campo
magnetico terrestre e le condizioni ambientali non
sono le uniche minacce che affliggono questa grande
massa di dati: molti dischetti vengono gettati o
distrutti senza riconoscerne a tutti gli effetti una
valenza culturale, artistica o di ingegno tra le opere
umane. Se ci pensate ogni libro, pubblicazione, disco
musicale, film ed opera artistica viene, come è giusto
che sia, archiviata dalle librerie nazionali di tutto il
mondo mentre questa stessa cosa non accade per il
software per il quale nessuno sembra preoccuparsi di
preservarlo dalla scomparsa e di tramandarlo alle
future generazioni. Tutto è affidato al lavoro di pochi
appassionati che in giro per il mondo fanno del loro
meglio per conservare e proteggere. Oltre
l’indifferenza culturale spesso anche la speculazione
diventa un ostacolo a quest’opera di salvaguardia.